Questo è il mese, e alle madri voglio dedicare un paio di liriche, in questo e nel prossimo post, non per festeggiare, ma per decantare questa creatura alla quale tutto dobbiamo, ciò che di più puro e di più forte si agita nell'animo e che ha ispirato al nostro Poeta pagine di una bellezza morale e di una umanità che mi ha coinvolto
"Consolazione"
dal Poema Paradisiaco.
Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. E' stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancora per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
Ancora qualche rosa è nè rosai,
ancora qualche timida erba odora.
Ne l'abbandono il caro luogo ancora
sorriderà, se tu sorriderai.
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perché ti neghi con lo sguardo stanco?
La madre fa quel che il buon figlio vuole.
Bisogna che tu prenda un po' di sole,
un po' di sole su quel viso bianco.
Bisogna che tu sii forte; bisogna
che tu non pensi alle cattive cose....
Se noi andiamo verso quelle rose,
io parlo piano, l'anima tua sogna.
Sogna, sogna, mia cara anima!..
Tutto sarà come al tempo lontano.
Io metterò nella tua pura mano
tutto il mio cuore. Nulla è ancor distrutto.
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tutto sarà come al tempo lontano.
L'anima sarà semplice com'era;
e a te verrà, quando vorrai, leggera
come viene l'acqua al cavo de la mano.