Un magnifico brano di prosa lo troviamo nelle pagine del "Notturno" nelle quali ricorda il commiato dalla madre.
"........... E' mia madre?
Una povera cosa curva, una cosa informe, una cosa di miseria e di pena, abbassata, umiliata, sfigurata..........
guardo quel viso.
Bisognava che la sorte mi accecasse prima.........
E l'umile donna della terra nomina il mio nome, ripete il mio nome a quell'orecchio sempre più inclinato.
E allora le due mani si levano di su le ginocchia.........
C'è dunque qualcosa che può farmi più male di quello sguardo senza lume?
C'è la bocca, che non ha più bellezza, che non ha più dolcezza, che non ha più forma umana, che non ha più suono umano.
Le due palme s'abbattono sul mio capo pesanti come se fossero esangui ed esanimi.
E la bocca vuol dire il mio nome, ma non ha se non un mugolio fioco."
(#)Giacomo Franchi nel 1938 scriveva:
"Un nome, solo un nome, essa poté tuttavia continuare a pronunziare ancora con netto e limpido suono: Gabriele.
Come se tutta l'energia vitale dell'umile eroina si fosse accentrata, disperatamente avvinghiata, intorno a quelle tre sillabe d'amore, a quella stessa guisa che tutta l'energia vitale della pianta culmina e splende in sulla cima nella raggiante beltà del fiore, e come se la falce inesorabile del male, mietendo furore dentro quel petto, un fiore, un unico fiore non avesse potuto tuttavia troncarvi, in mezzo a tutti il più bello e il più tenace: l'amore del figlio, il solo perfetto amore, amore sino alla morte e oltre la morte."
Toccante pensiero, bellissimi fiori
RispondiEliminaCiao un bacio
Ciao Simo, si è vero, quello di una madre è quasi sempre un amore perfetto.
EliminaDolce serata cara, Lecoq
Dear Lecoq, Just beautiful my friend. Enjoy and have a wonderful weekend and Mother's Day.
RispondiEliminaHugs, Celestina Marie