È noto, ormai, che gli abitanti delle città e delle megalopoli hanno perduto, o quasi, ogni contatto quotidiano con le piante; spesso anzi, non sanno nemmeno distinguerne una specie dall’altra. È comunque pur vero che, qualsiasi persona, davanti ad un bel giardino, anche guardato frettolosamente, non può che provare una sensazione di quiete e distensione, non a caso un medico
di Bismarck raccontava che al suo paziente, esaurito dalla eccessiva tensione nervosa dovuta agli impegni di governo, consigliò, come terapia, di sdraiarsi mezz’ora al giorno sotto una quercia. Vorrei, perciò, consigliarvi la lettura di uno dei miei libri preferiti , in questo, l’autore adotta un approccio diverso dall’usuale (puramente botanico), ma forse più idoneo ad incuriosire e avvincere il lettore e sicuramente capace di restituirci una memoria storica senza la quale rischiamo di perdere la nostra identità. Ripercorrere da tale punto di vista i fiori, le piante, gli alberi così come gli ortaggi o i legumi, significa rivisitare la nostra storia, gli strati della nostra cultura alta e popolare : dai più profondi a quelli più recenti, dal più ingenuo proverbio campagnolo all’uso medicinale o magico delle erbe, senza trascurare il linguaggio amoroso dei fiori! Il libro è
"Florario" Miti leggende e simboli di fiori e piante di Alfredo Cattabiani
Immagini tratte da Art & Décoration
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